Recensione musicale: l'album-concept 'Clancy' dei Twenty One Pilots è una conclusione energizzante di un'era

La fine di un'era è giunta per i Twenty One Pilots, e che fine è. Il duo alternativo pop-rock, composto dal cantante Tyler Joseph e dal batterista Josh Dun, è sempre stato sincero riguardo ansia e depressione, temi spesso rappresentati nei testi di Joseph mentre canta, fa rap e talvolta urla mentre Dun suona la batteria a un ritmo incredibile.

Questi argomenti esistono fin dall'inizio della loro carriera, ma hanno raggiunto nuove vette creative nel 2015 con “Blurryface”, quando il duo ha introdotto una nuova serie di album-concept che li avrebbe portati al “Trench” del 2018, al “Scaled and Icy” del 2021, fino alla sua ambiziosa conclusione: “Clancy” del 2024.

Per coloro che non hanno seguito la narrazione con ogni uscita, ecco un riassunto: nella città murata di Dema sul lussureggiante continente di Trench, Nico, un'incarnazione dell'insicurezza anche conosciuto come Blurryface, controlla i cittadini confinati con un gruppo di leader mistici chiamati i Nove Vescovi. Joseph è un cittadino che fugge, viene rintracciato, scappa di nuovo, si unisce a una ribellione, viene ricatturato e scappa di nuovo.

Conducente a “Clancy”, Joseph acquisisce lo stesso potere mistico dei Vescovi e si prepara a tornare a Trench per liberare gli altri cittadini.

È molto pressione mettere su un album finale che chiude un arco narrativo lungo quasi un decennio, ma “Clancy” più che soddisfa. Pieno di energia e vigoroso e pieno di richiami nostalgici ai precedenti album, è una conclusione trionfante di un'era.

Inizia con “Overcompensate”, un elettrizzante sprint per l'album. “Se non riesci a vedere, sono Clancy/Figlio prodigo, smetto di fuggire, arriva con Josh Dun/Cercato vivo o morto,” rap Joseph nel suo ritmo sincopato familiare.

I brani successivi - “Next Semester” e “Routines in the Night” - dettagliano il rivivere passati bui. Hanno due vibrazioni diverse - il primo un pezzo post-punk con un interludio di ukulele alla fine, il secondo una canzone pop rilassata - ma entrambi sono ascolti soddisfacenti.

La paura di ricadere in schemi passati è predominante in tutto l'album, prima con il brano “Backslide”, in cui Joseph canta, “Non voglio tornare indietro da dove sono partito,” e poi fa riferimento ad esso più tardi con “Snap Back,” cantando, “È una nuova adattazione/È un regresso/Io odio la sorpresa/E ora è tutto sparito/Tutto quel progresso.”

Ciononostante, l'eroe della storia va avanti, come invita a fare Joseph nel semplice “Oldies Station.” Nel ritornello, ogni sillaba enfatizzata con note di piano incoraggianti, manda un messaggio semplice: “Quando l'oscurità ti avvolge, vai avanti.”

Clancy si scontra con Nico nel finale, la chiusura dell'album “Paladin Strait,” un tratto di mare tra lui e Dema. Non è chiaro se Clancy sia vittorioso, poiché le ultime righe vedono Nico confrontarlo con un richiamo a un verso dell'album “Blurryface”: “Così pochi, così orgogliosi, così emozionali/Ciao, Clancy.”

Indipendentemente da ciò, questo album è una vittoria per il duo. Anche brani meno notevoli come “Midwest Indigo” e “At the Risk of Feeling Dumb” hanno un certo splendore che rinfresca il vecchio suono dei Twenty One Pilots.

Il duo ha fatto molta strada, e sembra che sia solo in salita da qui. Solo con un nuovo viaggio.

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